Tuesday, November 28, 2006

SOS MAMME DEPRESSE!!




Sono argomenti delicati e molto tristi ma denunciano un malessere nascosto che nella nostra società sta prendendo piede indipendentemente dalle fasce sociali ed economiche. La depressione post parto può colpire qualsiasi donna e può essere molto pericolosa, i primi a correre ai ripari dovrebbero essere i familiari troppo spesso assenti e distratti. Qualche giorno fa nel vicentino un uomo Paolo Balasso, 39 anni, concessionario auto, è tornato a casa in tarda serata e ha trovato il figlioletto neonato di 9 mesi apparentemente addormentato nel lettino.
Della moglie nessuna traccia: l'uomo ha chiamato la donna al cellulare, lei ha risposto dicendo che sarebbe tornata presto, ma piu' tardi il marito ha controllato di nuovo il bambino facendo purtroppo un' amara scoperta, il bimbo non era addormentato ma morto..soffocato. L'allarme immediato alle forze dell'ordine da parte dell'uomo. La donna, incinta di sei mesi, e' stata trovata la sera stessa con una gamba fratturata sul greto di un fiumiciattolo sotto il viadotto di Valli del Pasubio dal quale si era gettata tentando il suicidio. E' sotto choc, in stato confusionale all'ospedale, non ricorda nulla di quanto accaduto la notte precedente. Francesca Bernardi questo il nome, 34 anni di Pieve di Belvicino, piccola frazione di Torre Belvicino (Vicenza), ora e' accusata di aver strangolato il figlioletto di nove mesi: omicidio volontario il reato ipotizzato dal pm Vartan Giacomelli. Del presunto delitto lei non ricorda nulla, come ripete dal letto del reparto psichiatrico dell'ospedale di Thiene (Vicenza). In attesa di un nuovo interrogatorio e dell'esito dell'autopsia sul corpo del piccolo di nove mesi, la madre omicida e' piantonata dai carabinieri mentre il pm sta decidendo sul suo fermo. Argomento di cronaca nera come un altro o segno di una solitudine, di un abbandono, di un disagio che sempre più spesso le puerpere si trovano a dover affrontare da sole? Parlando con un'amica assistente sociale è emerso che comunque una donna di 34 anni non è una ragazzina di diciassette e dovrebbe sapere a chi rivolgersi e come muoversi accorgendosi di un malessere. Ma la depressione è una brutta bestia e può colpire chiunque, e secondo me è già difficile diagnosticarla per un medico specialista figuriamoci per chi ne soffre. Quello che mi fa riflettere è la situazione sociale di queste neo-mamme trentenni. Una famiglia piuttosto benestante con un marito che lavora molto e fino ad ora tarda... forse sottovalutando troppo il malessere della moglie. I vicini amici, i parenti che fanno qualche saltuaria visita....ma non basta a far sentire meno sola una mamma depressa che si trova a dover fare tutto in casa. E' vero a 34 anni apparentemente una donna è matura sotto molti aspetti, forse ha provato le fatiche dello studio, della laurea, del lavoro fuori casa, di ore e ore passate in treno e metrò, le fatiche delle pubbliche relazioni, delle riunioni di lavoro, dell'antagonismo professionale, ma fare la mamma è un'altra cosa. E' proprio un'altra parte del cervelllo che è interessata, è un mix di emotività, fisicità, cuore, amore, nervi, stress. E all'inizio sei come una ragazzina confusa di fronte ad una montagna troppo grande e ripida da scalare. Ecco perchè esistono i centri d'ascolto, i consultori, gli psicologi, ma prima di tutto i familiari, sono loro a dover dare aiuto e a rivolgersi alle strutture giuste. E per arrivare all'infanticidio ne deve aver dati parecchi di segnali questa donna, soprattutto a chi le stava vicino e le vuole bene. Avendo un bimbo di nove mesi anch'io devo riconoscere l'importanza di aver avuto un sostegno almeno all'inizio, da mia mamma che mi portava qualche cosa da mangiare per evitarmi l'impegno di cucinare. O da una sorella che portava il bambino a fare una passeggiata di 20 minuti permettendomi di fare una doccia, truccarmi, vestirmi. Sono le donne as operare questo mutuo soccorso di solito. La solidarietà fra donne può salvare la vita. L'indifferenza porta ai drammi, ecco perchè su questi casi si dovrebbero aprire indagini sul coinvolgimento e sulll'omissione di aiuto di familiari e conoscenti. Non posso che compatire questa povera mamma di Vicenza che forse non ha avuto nessuno e oltre alla fatica di tirar su quel neonato si è ritrovata con la gioia/fatica di un 'altro bimbo in arrivo. Senz'altro non era in sè quando ha compiuto quell'orribile gesto perchè è tale l'impegno e la felicità di avere un bimbo che una mamma in piena coscienza non ditruggerebbe mai il risultato di tanta fatica. E' come uccidere se stesse.

Teresa Manicardi

Tuesday, November 14, 2006

MONA BOMBER

UNABOMBER (identikit di Theodore Kaczynski terrorista catturato in America dopo anni di ricerche)

Il Friuli è una terra genuina e ospitale, ricca di paesaggi diversi, di Alpi, di mare, di divertimenti, svago e ottimi piatti tipici. Ma in questa bella regione da più di dieci anni imperversa un ' ombra scura che semina angoscia e terrore, è l' Una Bomber, detto anche Mona Bomber per dargli il giusto appellativo. Il "grande vigliacco" ha scombussolato la serena vita dei friulani con i suoi ordigni, ormai più di trenta dal '94 ad oggi, piazzati in ogni parte della regione e sotto ogni mentita spoglia possibile e inimmaginabile: tubi, bottiglie galleggianti con dentro un messaggio, uova fresche, tubetti di conserva, candele votive, ovetti di plastica e come nell'ultimo caso che ha visto per vittima una bambina, un evidenziatore colorato! . A farne le spese sono state numerose persone ignare di ciò a cui stavano andando incontro raccogliendo incuriositi quegli oggetti apparentemente innoqui e rimaste poi gravemente mutilate senza sapere il perchè. Dopo molti anni le indagini si sono fatte serie e programmate. Nei primi anni è addirittura mancato un coordinamento, una banca dati e vi è stata una frantumazione degli organi che si sono occupati del caso. Comunque oggi hanno prodotto un nome, quello dell'ingegnere aeronautico pordenonese Elvio Zornitta, sposato e papà di una bambina. L'ingegnere è stato "incastrato" dalla prova delle forbici: sembra fosse in possesso di una forbice la cui lama avrebbe un piccolo difetto corrispondente ad una imperfezione del profilo di un lamierino trovato in uno degli ordigni. Il Procuratore di Venezia Vittorio Borraccetti dice di non volersi esprimere ancora prima della verifica dell'incidente probatorio che darà il responso sull'analogia, nel frattempo però la vita dell'ingegner Zornitta è ormai rovinata ed infangata per sempre. Nonostante sia risultato negativo al test del DNA ed essere numerosi gli ordigni esplosi da Una Bomber anche mentre lui era tenuto sotto stretta sorveglianza dalla Polizia, per l'accusato si prospetta una battaglia difficile e dall'esito incerto. Personalmente gli auguro di essere colpevole, altrimenti non so come faccia a non impazzire dal dolore per un'accusa così infamante. Certo se non fosse lui l'Una Bomber con le indagini si sarebbe punto a capo e ci sarebbe davvero da vergognarsi che in 12 anni di verifiche, (che hanno visto coinvolta anche Schotland Yard) nessuno abbia trovato altro elemento in più rispetto a quelle semplici forbici. Pare che addirittura l'intuizione delle forbici non sia nemmeno opera di un investigatore ma di un semplice poliziotto che era lì di passaggio... Ma quanti sono i casi irrisolti in Italia? E quanti innocenti senza giustizia non solo fra le vittime accertate ma anche fra chi potrebbe venire accusato e incarcerato ingiustamente. Vuoi per superficialità, vuoi per negligenza...c'è da pregare davvero di non finire mai in tali "gravi ambasce"!

Teresa Manicardi