Monday, October 23, 2006

RIUNIONE DI GABINETTO.

Se avesse saputo che anche in politica avrebbe avuto a che fare con le soubrettes, il portavoce del Coordinamento nazionale di Forza Italia Elisabetta Gardini avrebbe forse preferito rimanere dietro alle telecamere anzichè alle Camere. Tutti a darle addosso a più non posso perchè ha osato indignarsi alla vista del deputato Vladimir Luxuria, al secolo Vladimiro Guadagno, fra le mura della toilette delle signore. La Gardini lo aggredisce: «Luxuria esca dal bagno» «Tu sei un uomo, non puoi stare qui: devi andare in quello degli uomini». L'esponente di Rifondazione risponde: «Sono sotto choc»
"ma insomma...un pò di tolleranza" l'apostrafa il Presidente Bertinotti. “Evidentemente donne si nasce, ma signore si diventa…” replica ancora scioccato il signor Vladimiro .
Si difende la Gardini: «La mia è stata una reazione fisica, di pancia. Proprio non mi aspettavo di trovare un uomo nei nostri bagni. Credevo che la questione fosse stata risolta da tempo e trovare Guadagno lì mi ha provocato un trauma. E spontanemante gliel'ho detto. Adesso mi rivolgerò ai questori affinchè trovino una soluzione. Tanto più che il mio disagio è quello avvertito da tante colleghe. Comunque trovo assolutamente eccessivo che la questione, di organizzazione interna, sia stata portata all'esterno. Mi vergogno che si dia una immagine così di basso profilo del Parlamento. Se avessi saputo, sarei stata zitta...».
ed ha ragione, se per l'approvazione di decreti molto più urgenti e seri bisogna aspettare mesi se non anni , la questione del bagno di Luxuria verrà discussa subito in una riunione dei capigruppo immediata e apposita. Eh già, quando le scocciature si hanno in casa meglio togliersele subito di dosso, per i poveri cittadini che hanno fame di giustizia vera..."che mangino brioches" come dicevano a Versailles ...che qua si deve discutere delle sembianze più o meno femminili di un trans. Non voglio essere dura con loro ma ho percepito un'aria di pesante maschilismo in questa questione anche da parte di chi le donne le tiene a modello e le vorrebbe imitare. Usare il bagno delle signore fa sentire più donna chi donna non è? Già, perchè una vera donna caro-a Luxuria non si preoccuperebbe troppo di cosa dicono i signori maschi. Lo dico perchè mi ha offeso la sua frase quando dice: «Ma io, che devo fare? Io vado nei bagni del sesso del quale mi sento. Se andassi in quello degli uomini, credo proprio che metterei in imbarazzo i colleghi maschi ." Dell'imbarazzo delle colleghe donne però se ne infischia. Comodo prendere solo il meglio di ogni sesso..Ho molti amici uomini gay (che non hanno avuto bisogno di troppi travestimenti per affermare la propria omosessualità), ma anche se sono miei amici ed hanno tantissimi pregi come la sensibilità, la competenza femminile, la dolcezza devo ammettere che nei confronti delle donne purtroppo sono spesso acidi e criticoni. Persino le parolacce le dicono tutte al femminile. Si vede che non si ricordano più di che sesso era la creatura che li ha messi al mondo... con tanta fatica.

Teresa Manicardi

Monday, October 16, 2006

SUPER SOAP


In un mondo di reality e format americani che vanno e vengono nelle televisioni nostrane mi vorrei soffermare su una soap opera storica che tiene ormai incollati milioni di telespettatori italiani e 300 milioni in tutto il mondo, ovvero: BEAUTIFUL.
Nata nel 1987, Beautiful (titolo originale: The Bold and the Beautiful) è una soap opera di origine statunitense ambientata a Los Angeles, prodotta dalla CBS. In Italia la prima puntata è stata trasmessa nel lontano 1990, su Rai 2. Dopo qualche anno Beautiful è passato a Mediaset, su Canale 5 dove continua tuttora a fare furori. Attualmente in Italia siamo indietro di tre mesi rispetto alle puntate degli Stati Uniti. Protagonista è la famiglia Forrester, proprietaria di una casa di moda denominata "Forrester Creations". Nel noto serial tutto ruota attorno ai personaggi chiave di Brooke e Ridge, che ne combinano di tutti i colori, lui è stato sposato addirittura sette volte nel corso del serial, di lei si è perso il conto.. Dopo aver visto gli attori di Beutiful ospitati da Costanzo accolti come fossero vecchi amici, ho voluto seguirne qualche puntata per carpire il segreto di tanto e duraturo successo. Intanto ho notato subito la presenza di un personaggio, certo Dante, che impersona il classico italiano belloccio di tipo mediterraneo, mezzo Rocky, mezzo Tarricone. Artista, gigolò ma che sogna una famiglia con sani valori. Un omaggio all'amato cliente Italia? Può darsi. Con un attenta valutazione, in realtà un pò sonnecchiante vista l'ora pomeridiana post-prandum in cui viene trasmesso, ho capito quanto sono geniali e furbi i produttori statunitensi rispetto a quelli del resto del mondo. Con pochi personaggi ben impostati che coprono le diverse fasce di età, restaurati, truccati, tirati e ben vestiti riescono a tessere una combinazione infinita di relazioni sentimentali. Questo è un punto chiave delle soap ma in Beautiful è portato all'ennesima potenza. Qui tutti possono stare potenzialmente con tutti,- due alla volta ovviamente - sono esclusi solo i rapporti gay e quelli
incestuosi, anche se poco ci manca. Il deterrente di tanta volubilità? Uno sguardo, un cambio repentino di idea, un bacio, un ricordo improvviso, un drink bevuto insieme per caso, un'ubriacatura e.. voilà ! La ruota gira ancora una volta, matrimoni si sfasciano, famiglie si distruggono e nuove relazioni si formano. Il dramma è ovattato dal fatto che i separati, i lasciati, i figli abbandonati continuano a girare nella cerchia della grande famiglia Forrester e a stare ancora tutti insieme. Ma come motivare tanta leggerezza morale soprattutto con un pubblico "esigente" come quello europeo e bigotto come quello americano? Con un inondazione di lacrime, lacrime, lacrime.. e più ce n'è è meglio è. La più "piagnona" di tutti? Brooke Logan. Tanto di cappello all'attrice che riesce ad accendere e spegnere le sue sacche lacrimali come fossero accendini, con gli occhi ormai consunti. Un altro punto importante è il taglio della puntata (la fine) che è di una crudeltà pazzesca nei confronti del telespettatore, lo costringe...ormai drogato...a ricollegarsi il giorno dopo, costi quel che costi. E' addirittura grottesco: la scorsa puntata è finita dopo che era stato spento (non staccato...spento!) il respiratore artificiale ad una malata terminale di cancro, per vedere se fosse riuscita a respirare da sola! Sta ancora trattenendo il respiro, fino a domani... e noi con lei!

Teresa Manicardi

Tuesday, October 10, 2006

QUOTE ROSSO SANGUE

donne
Si parla spesso di violenza alle donne, sia in ambito domestico familiare , sia fuori dalle mura domestiche, ma negli ultimi anni si è registrato un incremento esponenziale del fenomeno in tutta europa. In Italia negli ultimi tempi c'è solo l'imbarazzo della scelta sulle numerose storie di violenza nei confronti del sesso femminile. Da quella di Iina, la bella ragazza di origine musulmana, attirata con un tranello nella casa paterna per essere giustiziata dal clan, aggredita e sgozzata dal padre e dallo zio in accordo con la madre e le altre donne della famiglia, perchè considerata una cattiva musulmana.. Il suo corpo conteso dal fidanzato italiano e dalla famiglia-assassina, dopo 50 giorni è ancora in attesa di degna sepoltura in una cella frigorifera dell'Obitorio di Brescia.
O la storia di Debora, la sua come le altre potrebbe intitolarsi "cronaca di una morte annunciata", dopo una serie infinita di denunce e diffide nei confronti del suo assassino, Emiliano (accanito molestatore e minacciatore psicolabile), l'omicidio si è compiuto senza che nessuno la difendesse. Detenuto per averla molestata dieci anni prima, dal carcere si era
dedicato a scrivere e fare numerose lettere e telefonate minatorie nei suoi confronti. Risposta degli inquirenti e delle forze del'ordine?: abbiamo le mani legate, non possiamo fare nulla. Ma come? Si pagano scorte di super polizziotti a politici e diplomatici nche quando vanno a feste o a fare la spesa e non si può organizzare una scorta per una cittadina in rischio di vita. Dopo l'assassinio, l'autore del delitto si è suicidato in carcere in palese stato confusionale. La famiglia oggi chiede i danni morali allo Stato assente quando si trattava di salvare la vita alla figlia. Le scuse non sono sufficienti e la famiglia vuole giustamente di più..anche se non servirà a riportarla in vita.
Numerosi gli stupri, dal nord al sud, la violenza alle donne percorre tutta l'Italia. Un retorico, antico e persistente odore di pregiudizio come che la donna alla fine se la vada un pò a cercare...è ancora molto vivo fra la gente. "Eh.. se vanno fuori vestite così scollate...Eh, ma se escono a quell'ora." Non è ignoranza popolare visto che anche in Tribunale la pena è stata ridotta se la vittima era in minigonna ed erano le 3 di notte.
A parte la minigonna che è una scelta perosnale, chi la indossa semmai meriterebbe i complimenti per essersi mantenuta tonica e snella.
Perchè io donna non posso avere la stessa possibilità che ha un uomo di percorrere le strade di notte da solo?? Perchè la mia libertà deve essere sempre limitata a dei luoghi, degli orari, degli abbigliamenti, dei comportamenti precauzionali? La mia vita deve essere complicata dall'ipotesi di una violenza, devo organizzarmi e magari frequentare anche dei corsi di autodifesa per evitare di essere una vittima.
Non sarebbe più giusto invece che fosse la società ad organizzarsi e ad educarsi al rispetto delle donne, chi stupra una donna o la picchia lo fa perchè odia la donna, non la conosce. Non la vuole solo sopraffare, la vuole annientare moralmente. Odia quello che sono oggi le donne, quello che rappresentano, quello che hanno raggiunto. La loro indipendenza, la cultura, la competenza: sono traguardi storici che la donna non ha raggiunto solo per se stessa ma anche per l'uomo, per essegli vicino in ogni campo e portare insieme il peso di un futuro da costruire.

Teresa Manicardi

UNA PARTE DI NOI

E' sempre doloroso pensare alla propria morte, anche per chi è credente. "Chi vuol esser lieto sia...del doman non v'è certezza..." recitavano noti versi. E' così bella la vita. E così difficile lasciarla. Se potessimo solo lasciare un segno, se potessimo perpetrare la nostra esistenza, lasciare un ricordo indelebile a chi resta...se solo potessimo... Ebbene la possibilità c'è ed è alla portata di tutti. Si chiama Donazione. La donazione degli organi è un argomento molto delicato, anche per le persone più emancipate ed aperte. Ci sono religioni che addirittura la sconsigliano o la vietano ai propri fedeli. Per alcuni ebrei il problema principale è la mancanza di fiducia nei macchinari che registreranno la morte cerebrale, la paura di essere sottoposto all'espianto degli organi ancora in vita è così forte da far preferire un no alla Donazione. Altre religioni ritengono che si debba andare nell'al di là con tutti i propri organi al posto giusto per non rischiare di non ritrovarseli al risveglio.. E poi c'è la mancanza di informazione, detta semplicemente ignoranza, che fa più danni di qualsiasi altra cosa. Se si sapesse che ogni anno centinaia di bambini e adulti malati muoiono perchè non arriva il cuore nuovo o il fegato nuovo si vivrebbe la vita con più consapevolezza e...anche la morte. Quanto avevano aspettato, sperato, quanto avevano pregato i piccoli pazienti di molti ospedali, attorniati dai familiari impotenti, inginocchiati al loro capezzale senza sapere cosa dire...con il timore persino si sfiorarli con un bacio..tanto flebile è il loro respiro.
Se riflettessimo su quante persone oggi vivono grazie ai trapianti capiremmo quanto la donazione è importante per CHI RESTA.
Alle Assl esistono dei documenti che il cittadino può firmare per autorizzare al trapianto in caso di morte.
Lo so che è dura pensare alla propria dipartita ma è anche bello pensare che può essere l'ultimo gesto buono che possiamo fare, anche senza essere presenti. Credo spetti ancora una volta allo Stato investire in sensibilizzazione e cultura sociale. Anche con la tv. Sono così belle e forti le "pubblictà progresso" o i "messaggi sociali", mi piacerebbe vederne di più e diverse, gioverebbe molto a tutti noi.

Teresa Manicardi

Tuesday, October 03, 2006

Pordenone destinazione VIPS

Nella splendida cornice dela piccola cittadina friulana di Pordenone si è riunita la creme della creme dell'Italia che conta, ad applaudire due sposi d'eccezzione come Martina Mondadori, figlia del grande editore scomparso Leonardo Mondadori e di Paola Zanussi (famiglia che ha fatto la storia industriale di Pordenone) e Peter Sartogo banchiere figlio del noto architetto. Non si è trattato di una cerimonia per pochi intimi, 800 invitati hanno riempito il Duomo di Pordenone (con ottocento invitati c'è da chiedersi chi non c'era, decretano i divini mondani...forse proprio loro)... protetti da agenti della Polizia, dai carabinieri, da una scorta e dai cani antidroga. I nomi dei presenti lo richiedevano: hanno sfilato personaggi del calibro delle sorelle Fendi, Margherita Missoni, Allegra e Francesca Versace, Carlo e Marina Ripa di Meana, Barbara Berlusconi, John Elkann e Lavinia Borromeo, Sonia Raule, Eva Erzigova, Pier Ferdinando Casini, le famiglie Rothschild, Agnelli, Du Pont, Goulandris e Livanons. Ma la folla di pordenonesi è esplosa in un applauso all'arrivo della nonna Angela detta Gina e dalla mamma della sposa Paola..un tributo al compianto Gino Zanussi a cui tutta Pordenone è molto affezzionata. I giovani rampolli con i loro tight impeccabili e le signore con abiti di famose maison ricamati di pailettes, jersey, shantung di seta, dalle tinte pastello ai toni del rosso, del blu, del rosa cipria (del valore del CUD di un cittadino medio pordenonese), forse poco sapevano di questa piccola grande città che ha un grande passato e tanta sete di futuro. In chiesa dodici testimoni, sei per la sposa e sei per lo sposo. Lei raggiante ed emozionata come tutte le spose il giorno del "si " sembrava essersi ispirata all'atmosfera de "la sposa del vento" (celebre quadro di Kokoschka) avvolta nell'abito bianco con lungo strascico disegnato dall'amica Coco Brandolini d'Adda pronipote di Gianni Agnelli. Lui emozionato stretto nel suo tight circondato dagli amici che simpaticamente lo chiamavano" er patata. Dopo la cerimonia, bellissima e toccante, la preziosa combricola di ottocento invitati si è diretta alla blindatissima secentesca villa Ronche di Fontanafredda di proprietà della famiglia Zanussi da sempre per una cena da mille e una notte.... E vissero per sempre felici e contenti...
Secondo Roberto D'Agostino, giornalista pungente e ipercritico, questa sarebbe il prototipo della favola moderna. Entrambi belli, ricchissimi, colti, internazionali, interessati all'arte contemporanea... Io non sono molto daccordo con la sua definizione. Una favola però dovrebbe essere alla portata di tutti sennò come ci si può immedesimare in essa, come può avvenire la catarsi dello spettatore? Non tutti siamo ricchi e famosi come questi due giovani sposi. Una favola sarebbe stata la storia di una lei ricchissima sempre colta ed emancipata come Martina ma stufa del solito jet set, che si innamora di un lui povero o normale, un semplice impiegato di un negozio di cellulari col cuore nobile ma il portafoglio vuoto (ci andranno da sole a comprarsi almeno i cellulari queste ricche...o no..); una favola moderna è quella del principe Felipe, futuro re di Spagna, che ha sposato la giornalista più bella e affascinante della tv spagnola. Insomma vedere i ricchi che sposano i ricchi è piacevole ma (non se ne vogliano a male ) anche un pò noioso.

Teresa Manicardi

AMICI RISTRETTI...

A pochi mesi dall'applicazione dell'indulto si tirano le prime somme.
La soluzione approvata dal Governo era stata motivata dall'aggravarsi delle condizioni carcerarie dovute anche al sovraffollamento delle carceri italiane, dove in celle da 2 o 3 persone vivevano stipati anche in otto.
Circa ventitremila si sono ritrovati dal giorno alla notte fuori dalle mura del carcere.
A parte qualche grave inghippo per cui 5 detenuti ad altissima pericolosità sono stati scarcerati per errore, (tre sono stati rierrestati e due se la sono data a gambe..) si è trattato di una delle operazioni più insolite della giustizia italiana da qualche secolo a questa parte. L'ispirazione la dobbiamo all'amato Papa Giovanni Paolo II che durante la sua visita in Parlamento volle appellarsi ai politici per chiedere l'amnistia per i detenuti.
Oggi che la sua richiesta, dopo mille polemiche, è stata finalmente accolta c'è però da chiedersi se la cosa sia stata fatta razionalmente, ovvero se chi di dovere si sia preso la responsabilità di gestire bene l'intera operazione, ponendosi il problema di dove sarebbero andati e cosa avrebbero fatto i detenuti una volta usciti.
La maggior parte di loro infatti si è ritrovata senza un'euro in tasca, senza lavoro e senza una casa...alcuni senza famiglia. Dove prendere il pane allora se non nella grande famiglia della criminalità? ...sempre pronta a riaccogliere i suoi figli.
E così per moltissimi ex detenuti si sono riaperte nuovamente le porte del carcere, in alcuni casi anche a distanza di poche ore dalla scarcerazione. Insomma va bene l'indulto (anche se l'opinione pubblica pende molto dalla parte del no, vuoi per paura, vuoi per non conoscenza del problema, fattostà che c'è una certa intolleranza diffusa), ma il Governo dovrebbe fare il passo secondo la sua gamba e ragionare con i mezzi a disposizione.
Se non sa come riaccogliere e riassorbire nella società queste persone non è meglio aspettare di avere tutte le strutture pronte per non farli sentire degli emarginati e per garantire massima sicurezza al cttadino? Certo, se li fanno uscire per non spendere soldi nella costruzione di nuove carceri, figuriamoci se li spendono per delle scuole o case per ex galeotti...
La questione è complicata, dipende molto da quale organo si usa per affrontarla: il cervello ? Allora ha ragione l'opinione pubblica ad avere paura; Lo stomaco?
Ci spiace per le carceri sovraffollate ma che ci vuoi fare, usciti saranno disoccupati, eh c'è crisi per chi lavora da sempre, figuriamoci per chi comincia adesso; o infine il Cuore?....ed è facile ritrovare la dimensione umana del problema... Ripensando all'interessante programma radio del bravissimo "Federico" in onda il sabato sera sull'emittente di Radio Maria rifletto su questo. Programma,
l'unico che io sappia, che dà la possibilità alle famiglie dei detenuti di telefonare in diretta e salutare i propri cari "ristretti" in carcere (così li chiamano). Le telefonate sono ininterrotte, da tutta Italia e per tutte le destinazioni carcerarie.
Saluti commoventi e raccomandazioni da sorelle, mamme, mogli, alcune con la voce rotta dal pianto, sono le donne quelle che chiamano nel 90% dei casi, sono loro quelle che restano. Voci di famiglie spezzate, storie umane di solitudine quotidiana, di un carcere vissuto anche da casa. Rumori di tavole sparecchiate, di cagnolini che abbaiano, di televisione. Struggenti le voci dei bambini anche piccolissimi che chiamano a decine ogni sabato, con una vocina flebile mandano il loro messaggio: "papà come stai, ci manchi tanto... torna presto a casa, ti penso sempre...papà... ti voglio bene. Scusa se non sono venuto all'incontro ma avevo tanta febbre...Scusa Federico posso passarti anche la mia sorellina?" Chiedono timidamente al conduttore.
La sorellina piccolissima scambia il conduttore per il suo papà e scoppia in lacrime: "papà, papà, quando vieni? " Impossibile non farsi prendere dal magone. Sfido anche il più agguerrito commercialista. Allora capisco che la compassione (dal verbo patire-con) e l'Amore sono le uniche cose che ci salveranno dalla paura.
Se queste famiglie torneranno a riunirsi e ad essere "normali", ci saranno dei bambini che cresceranno felici, allora ben venga l'indulto.

Teresa Manicardi